Se proviamo a fermarci, allontanando la fretta che riempe ormai le nostre giornate, e proviamo a riflettere su come riusciamo a percepire il mondo che ci circonda, ci rendiamo conto che siamo abituati a sentire e riconoscre tanti suoni intorno a noi ai quali spesso non diamo molto valore come, ad esempio, il ronzio di un insetto in volo, il cinguettare di un uccellino sul ramo di un albero oppure il fruscio del vento sul nostro viso.
Quando ci troviamo sott’acqua la vita si svolge in modo differente: il mondo sommerso ha dei ritmi propri, sebbene i suoni si propaghino a velocità più elevata, un silenzio, quasi incantato come in una fiaba, ti avvolge spezzato da un rumore sempre presente e decisamente magico che forse mai ti è mai capitato di ascoltare: il suono del tuo respiro.
Si tratta di un suono “strano” di cui abbiamo perso la percezione e solitamente si riesce a isolare solo quando ci troviamo in affanno oppure in condizioni di stress, esso, quindi, viene associato a situazioni di attenzione particolare, ignorandolo quasi completamente se stiamo vivendo attimi positivi.
Chi, come me, ha avuto l’opportinità di conoscere questo fantastico mondo, dove la fretta, lo stress e l’entropia quotidiana viene lasciata fuori, all’aria aperta, ne è rimasto stregato ed ha messo passione ed entusiasmo per continuare a conoscerlo e riversare agli altri quanto appreso per consentire a tutti di scoprire la “magia” di ascoltare il suono del proprio respiro ed ammirare le meraviglie che il mondo sommerso ci offre.
Insieme alla magia del proprio respiro e alla ricchezza del mare, o dei laghi, la subacquea offre un’opportunità per coltivare una attività sportiva ad alto valore educativo: a differenza di altri sport esso può essere definito una attività sportiva di gruppo ad alto valore aggregativo dove ogni elemento del team rispetta e da fiducia agli altri permettendo così all’intero team di crescere mettendo a fattor comune le proprie esperienze e possibilmente cercando di “contaminare” con il proprio bagaglio anche altri team conoscendo nuovi amici e condividendo con loro nuove avventure.
Per valide considerazioni e regole generali, non ci si immerge mai da soli, sarebbe un gesto sconsiderato, perchè bisogna sempre avere accanto a sè almeno un compagno, e questo approccio insegna da subito che la subacquea NON è una attività individualista e competitiva che esalta il singolo, neppure se sei un istruttore, neppure se hai migliaia di immersioni sulla tua agenda, anzi più si ha espeienza, più si capisce che essa deve essere condivisa con il team e trasferita anche ad altri subacquei affinchè possano continuare a crescere.